La difesa, o lotta integrata, è un recente metodo di coltivazione, che fa uso delle tecniche
biotecnologiche più evolute per il controllo dei parassiti e, in certi casi, ricorre alla chimica, avendo però l’accortezza di fare uso di composti a
bassissimo impatto ambientale in grado di decomporsi e di non lasciare tracce, entro pochi giorni dall’applicazione.
Le tecniche ed i metodi della lotta integrata in quattro punti:
1. Per combattere i parassiti delle piante, viene favorita la riproduzione e l’espansione di insetti utili, antagonisti naturali degli insetti
dannosi.
Questo principio cardine della difesa integrata nasce dal fatto che uno dei problemi della ormai superata difesa, esclusivamente chimica, era la
comparsa di parassiti che si adattavano e diventavano quindi resistenti agli antiparassitari.
Questo fenomeno ben conosciuto da noi agricoltori e dalle case farmaceutiche, ci costringeva prima, ad aumentare le dosi dei trattamenti sulle piante
e poi a sostituire completamente il prodotto chimico.
Favorire lo sviluppo degli insetti utili non provoca nessun fenomeno di resistenza (la perdita di efficacia di un prodotto chimico), è invece un
controllo efficace sicuro e duraturo nel tempo.
2. Un altro metodo di lotta integrata è quello di favorire il ritorno degli uccelli insettivori che avevano abbandonato i nostri terreni, sistemando
sulle piante degli appositi nidi artificiali.
3. L’uso di tecniche colturali appropriate, come il controllo dell’equilibrio fisiologico sulla pianta, sono importanti per avere una pianta non
troppo rigogliosa e, nel contempo, non troppo debole agli attacchi dei parassiti. In altre parole, mantenere una pianta sana e rigogliosa oppone una maggiore resistenza alle
malattie.
4. Occorre però anche tollerare un minimo di danno, che però non deve oltrepassare una soglia prestabilita, chiamata “soglia di tolleranza”. Al
superamento della soglia di tolleranza, per non compromettere il raccolto, occorre intervenire con dei composti estremamente selettivi, in grado di colpire quel parassita ma di
lasciare invariato l’equilibrio biodinamico presente sulla pianta. Il composto deve avere inoltre la proprietà di decomporsi rapidamente e di non lasciare nessun
residuo.
L’applicazione del composto si effettua nel momento in cui il parassita è nella fase più vulnerabile del suo ciclo vitale, in modo da ottenere la
massima efficacia del trattamento con il minor impatto ambientale possibile.
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